Quando l'anima è un deserto? quando non si hanno sogni
venerdì 25 novembre 2011
Diario di un alieno 2
Un calore tiepido mi avvolgelva, dove fossi non lo sapevo, tutte le mie paure sembravano essersi dissorte. Non ci vedevo, non sentivo se non una voce dolce, che mi parlava, mi chiamava con un nome diverso dal mio, incominciai a capire. Ero nel mio nuovo corpo, ero un embrione, e chi mi parlava doveva essere quella che i terrestri chiamavano mamma. Gli umani, da quanto avevo studiato a scuola, provavano sentimenti e emozioni forti, cose che per la mia civiltà erano segno di anormalità. Come avrei fatto a provare le loro stesse emozioni? mi chiesi, come sarebbe stato vivere con esseri così irrazionali, certo sarebbe stato interessante, e avrei imparato qualcosa di nuovo, forse queste creature, che consideriamo inferiori a noi hanno qualcosa da insegnarci. Nascere, non fu per nulla piacevole, non volevo allontanarmi da quel calore, da quella pace, piansi, non avevo mai pianto, nessuno della mia razza piange, che strana sensazione pensai, spero che non mi ricapiti più, e invece non smettevo. Quella voce mi fece smettere, la risentì ancora, ma stavolta era più acuta, sembrava essermi vicina, non vedevo bene, pochissimo, una sagoma, con pelle e occhi dolci che mi fissavano , mi faceva strani versi buffi. Ecco quindi questa è la mia mamma umana, pensai, smisi di piangere per qualche strana ragione, Il mio passaggio sulla terra era appena incominciato.
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